Quello che i commercialisti non dicono… #fatturaelettronica

Da pochi giorni è in essere la Fatturazione Elettronica, in un rincorrersi di racconti ed esperienze diverse, dubbi e domande, provocazioni e pubbliche accuse.

C’è chi già il primo giorno dell’anno ha inviato e ricevuto le fatture tramite il nuovo sistema, e chi ancora non ha proprio preso in carico la questione. Regna parecchia confusione sui vari aspetti di questo nuovo processo, sulle tempistiche, le modalità di gestione, il codice SDI e la PEC. E alcuni tra coloro che dovrebbero essere i più aggiornati e i più competenti in materia, spesso contribuiscono a lasciare ampi spazi di incertezza.

Mi trovavo giorni fa in un piccolo laboratorio artigianale, chiacchierando viene fuori il discorso della fatturazione elettronica, del fatto che

per fortuna se ne occupa il mio commercialista

e che

guardi che bravo: mi ha preparato un documento già pronto da inviare a tutti i fornitori, con il mio codice per la fatturazione elettronica

Bravo, ma non del tutto…

L’erogazione del servizio di fatturazione elettronica viene gestito attraverso una delle svariate piattaforme che i fornitori del servizio hanno messo a disposizione, attraverso il codice SDI. Il commercialista si fa intermediario nella gestione della contabilità per i propri clienti.

Pur facilitandolo con un documento già predisposto, l’intermediario ha riversato sul cliente (l’artigiano) l’onere di comunicare il codice SDI a ciascun fornitore.

Per quanto pochi possano essere i fornitori di un piccolo artigiano, varie sono le modalità di acquisizione del dato da parte del fornitore (alcuni fanno accedere ad un’area clienti – recupera utente e password -, altri fanno mandare un fax, altri l’email, ecc). Questo si traduce di fatto in un onere in termini di tempo e lavoro che forse l’artigiano avrebbe dedicato volentieri ad altro.

Tutto ciò non sapendo che basta una sola azione per rendere il codice SDI (o la PEC) l’indirizzo di destinazione predefinito e di default per la consegna di tutte le fatture elettroniche, senza necessità registrare il dato presso i vari fornitori.

Questa operazione consiste nella registrazione dell’indirizzo di destinazione per le fatture elettroniche, e si effettua sull’area privata (attiva per ogni azienda) di Agenzia delle Entrate. Una volta che si è effettuata questa registrazione, qualsiasi fattura elettronica destinata a quella Partita IVA, viene automaticamente consegnata alla destinazione indicata di default.

Il fornitore non ha nemmeno l’obbligo di inserire il codice di destinazione nelle fatture: può anche non inserire nulla o inserire una dato sbagliato, che la fattura viene consegnata correttamente.
Inoltre, se l’indirizzo di destinazione dovesse variare, non sarà necessario ricontattare tutti i fornitori, ma basterà aggiornare il dato sull’area privata di Agenzia delle Entrate. Una volta per tutti.

Quello che i commercialisti non dicono, è che, questa registrazione una tantum, potrebbero farla loro…

Esperienze nell’ #italiadigitale

Sia per necessità (cronica mancanza di tempo) sia per mia personale deviazione ed inclinazione, quando posso scelgo il mezzo digitale al cartaceo.

Il mio medico curante non sa cosa sia un’email, e quando devo condividere documenti o referti, è d’obbligo la prenotazione telefonica di un appuntamento (e la signorina risponde solo dalle 9 alle 11 il venerdi e negli altri giorni dalle 2 alle 4, però il mercoledi dalle 12 alle 1230!)
Ovviamente prima che mi venga in mente di telefonare nel giorno e all’ora giusta passano delle settimane; poi l’appuntamento dopo altri giorni di attesa, poi la consegna.
Diciamolo, un po’ mi innervosisco….

Quando c’è un sistema di prenotazione on line, mi ci fiondo. La mia prima volta.

regionelombardia2Visita ambulatoriale, atto primo.
Accedo al sito della Regione Lombardia per accedere alla mia cartella sanitaria: sezione ricette, prenota, zona brescia, presidio locale x, codice ricetta, ok, ok. Fatto.
Liscio come l’olio, prenotato visita in trenta secondi. Yeah!

Visita ambulatoriale, atto secondo; qualche giorno dopo.
Mi chiamano a casa, parlano con mio familiare minorenne, comunicando che la visita viene anticipata al giorno x, ore y.
1. strano, il numero di telefono indicato sul mio account, è il cellulare, perché mi chiamano a casa?
2. per un insolito e anomalo atto di lucidità, il familiare minorennne di cui sopra, mi comunica la variazione: ma il tasso di rischio è stato ELEVATISSIMO!
3. avrei potuto non gradire che un mio familiare sapesse della mia visita medica
4. non ricevo nessuna comunicazione via email o sms, per confermare la variazione di giorno/orario; controllando sempre sul mio account, la data dell’appuntamento è effettivamente variata al giorno x, ore y.

Visita ambulatoriale, atto terzo; il giorno fissato per la visita (anticipata).

Infermiera: “Ha pagato il ticket? Senza pagamento, non possiamo rilasciare il referto.”
Io: “No.” (non mi ero nemmeno posta il problema o guardato sul sito… d’altronde nessuna comunicazione che mi dicesse di pagare un ticket, dove, come e quanto, era pervenuta)
Infermiera: “Ok. Questo è il bollettino postale per il pagamento. Ma la posta adesso è chiusa, quindi deve andare dal tabaccaio proprio qui nelle vicinanze, prende per il parcheggio a destra, poi svolta a sinitra, 100 metri dopo la rotonda ancora a destra, la cunetta…e lo trova; mi raccomando torni entro le 5 perché poi io vado a casa, e dovrebbe tornare un altro giorno.”
Io: “Scusi posso effettuare il pagamento on line? La mia banca mi permette di pagare bollett…..
Infermiera: “Assolutamente no! Come facciamo poi?”
Io: “Ma veramente…”
Infermiera: “No signora, questo è il bollettino, vada a pagare e poi torni. Io ho bisogno di una ricevuta cartacea da allegare alla sua ricetta. Senza, non funziona!”

Ok vado.
Alla cunetta, un sms dalla Regione Lombardia mi informa che un nuovo documento è presente nella mia cartella on-line (il mio referto c’è già!)
Comunque pago, torno, consegno, ricevo il referto.
Fine


Cara infermiera, ci rivedremo presto, sto per prenotare una nuova visita on line.
Questa volta farò più attenzione alle modalità di pagamento del ticket.
Sappi che, se mi sarà permesso, lo farò dal cellulare. E che non intendo stampare alcunché.


Come per tutte le cose un po’ di esperienza e di uso, ci vuole. Ricordo la prima volta che, ragazzina, ho scritto le cartoline dal mare agli amici: un pasticcio. Anche per il digitale ci vuole pratica e si impara facendo esperienza. Io riproverò e imparerò, o semplicemente diventerò più veloce.

Qui sembra esserci un sistema che funziona davvero, efficiente e veloce, che si inceppa purtroppo su qualche incongruenza digital-cartacea, oppure su un’analogica sanitaria lombarda.

Sospendo il giudizio. A dopo il Sequel.