Nel nuovo anno, spunti di riflessione al femminile

Sull’orlo del nuovo anno, mi sento ispirata per lasciarvi alcuni spunti di riflessione sul mondo femminile, su invito dell’appena terminato 2012, con visioni di futuro possibile.

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Una quasi ovvia ispirazione viene dalla recentissima perdita di Rita Levi Montalcini, un lutto che riguarda il mondo intero, sia nell’universo scientifico, che civile.
Persone che sanno cambiare il mondo; e se si tratta di donne, non può che farmi piacere e rendermi orgogliosa del genere.

Non ho mai avuto problemi con i miei colleghi maschi, ne’ per il fatto di essere ebrea, ne’ perché donna“… una dichiarazione che non mi sorprende affatto, immaginando che chi avesse l’onore di starle accanto potesse soltanto constatare una esemplare personalità, una mente brillante, esperienze difficili che invece di abbattere affinano il carattere e il cuore, accanto all’umanità, alla voglia di fare, all’ottimismo; ed insieme quel poco di composta vanità e raffinatezza femminile, che mai stonano; caratteristiche che dovevano essere di stimolo a chiunque, al di sopra di ogni differenza di sesso o di religione.

Una vita piena, che saluto, ammirata.

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“Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace.” (Rita Levi Montalcini)

E sulla strada dell’impegno civile che lei stessa percorreva per portare istruzione alle donne in paesi ove questo diritto è negato, una notizia del 20 Dicembre. Nulla a che fare con la fine del mondo prevista dai Maya, il molto preoccupante argomento che ha riempito intere pagine, fuori e dentro internet.

Nulla di così coinvolgente…ma altresì rilevante:

L’assemblea Generale dell’ONU ha adottato il Bando Universale delle mutilazioni genitali femminili, come violazione dei diritti umani fondamentali; si tratta di una decisa presa di posizione della comunità internazionale, contro la tendenza a considerare tali pratiche come espressione “giustificabile” di una specifica cultura. Una “spalla” legislativa a sostegno e aiuto di chi opera per il cambiamento di mentalità nelle società coinvolte.

Argomento fastidioso, ruvido, che stona nello standard di questo blog; ma volontariamente portato in luce, proprio perché lontano dalle nostre usuali “afflizioni”, visto che la strada da percorrere per dare opportunità culturali e personali alle donne senza voce, imbrigliate in legami culturali svilenti, è ancora lunga e ha bisogno di supporto.

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Venendo a noi e al nostro occidente in crisi (economica e non), ho trovato molto stimolante la riflessione dell’articolo “L’economia è donna” che, ritenendo un’improbabile chimera la crescita a tutti i costi, si sofferma su un’alternativa di “decrescita serena”, ponendo il fulcro della ripartenza proprio nel mondo femminile, capace di stimolare innovative forme di riorganizzazione socio-economica.

Con il suo “ruolo differenziabile [..] nella costruzione di un set di valori diverso per le nuove generazioni come solo nella quotidianità delle dinamiche familiari può essere gestito”, con la sua “propensione affettiva”, o ”naturale indole per la tutela e protezione della prole”, la donna sarebbe il soggetto sociale più affidabile e adatto ad una progettualità a lungo termine, ad una creatività economica che prediliga la qualità della vita, il consumo intelligente e il riciclo delle risorse, all’investimento su longevità, scolarizzazione, cultura.

Ciascuno avrà una propria opinione sull’origine di quella “propensione affettiva”: se le sia data dalla natura, o se sia respirata (e subita) nell’ambiente socio-economico in cui vive. Conta il fatto che, soprattutto nel nostro paese, molta parte dell’universo femminile si dedica alla famiglia, per scelta affettiva o per necessità economica.

Sapranno le donne occidentali moderne, potenzialmente liberate da restrittivi legami sociali del passato, tutte protese a riscattarsi trasformandosi in uomini in carriera, meno “affamate” di istruzione e leadership (data l’accessibilità più diffusa a tali obiettivi) rispetto ai paesi in via di sviluppo, farsi carico della femminile economicità per dare un impulso creativo alla ricostruzione dei nostri paesi corrotti e prosciugati dalla crisi?

Buon 2013 a uomini e donne.